mercoledì 31 marzo 2021
Le figlie delle onde di Valentina Madonna (i Quaderni del Bardo edizioni di Stefano Donno)
Durante i lavori di ristrutturazione di un antico palazzo nel centro storico della città vengono rinvenuti, nei sotterranei, i resti di una giovane donna sconosciuta. Il prezioso rosario che stringe tra le dita potrebbe forse rivelare la sua identità: l’iscrizione presente sulla medaglietta del monile rimanda all'Ancilla Domini, un collegio seicentesco poco distante, dal quale, in una notte d’estate del 1938, due studentesse, Miranda D’Amelio e Celeste Barsi, erano svanite nel nulla insieme a Guido Alatri, il loro affascinante maestro di musica di origini ebraiche. Partendo da quell’austera struttura religiosa, Anna, una pronipote di Celeste, riuscirà, tra colpi di scena e incredibili rivelazioni, a far luce sulle ragioni che costrinsero i tre a fuggire, facendo emergere dagli abissi del passato una verità scomoda e inquietante che rimanda agli anni del secondo conflitto mondiale. In una sorta di vorticosa caccia al tesoro, con una scrittura fluida ed elegante, l’autrice fa muovere i protagonisti del suo nuovo lavoro letterario tra i vecchi vicoli della città barocca e lungo le coste frastagliate dello Jonio, tra le cui onde, come ammalianti sirene, sembrano ondeggiare sinuosamente amori e torbide passioni, menzogne e segreti, enigmi e messaggi in codice.
Claire de Lune by Claude Debussy
Claire de Lune
martedì 30 marzo 2021
Le figlie delle onde di Valentina Madonna (i Quaderni del Bardo edizioni di Stefano Donno)
Durante i lavori di ristrutturazione di un antico palazzo nel centro storico della città vengono rinvenuti, nei sotterranei, i resti di una giovane donna sconosciuta. Il prezioso rosario che stringe tra le dita potrebbe forse rivelare la sua identità: l’iscrizione presente sulla medaglietta del monile rimanda all'Ancilla Domini, un collegio seicentesco poco distante, dal quale, in una notte d’estate del 1938, due studentesse, Miranda D’Amelio e Celeste Barsi, erano svanite nel nulla insieme a Guido Alatri, il loro affascinante maestro di musica di origini ebraiche. Partendo da quell’austera struttura religiosa, Anna, una pronipote di Celeste, riuscirà, tra colpi di scena e incredibili rivelazioni, a far luce sulle ragioni che costrinsero i tre a fuggire, facendo emergere dagli abissi del passato una verità scomoda e inquietante che rimanda agli anni del secondo conflitto mondiale. In una sorta di vorticosa caccia al tesoro, con una scrittura fluida ed elegante, l’autrice fa muovere i protagonisti del suo nuovo lavoro letterario tra i vecchi vicoli della città barocca e lungo le coste frastagliate dello Jonio, tra le cui onde, come ammalianti sirene, sembrano ondeggiare sinuosamente amori e torbide passioni, menzogne e segreti, enigmi e messaggi in codice.
Leggo: Le Figlie delle Onde - Patrizio LONGO
Lo splendido regalo del mio amico Patrizio Longo, un super speaker radiofonico, un professionista della voce usata in tutte le sue infinite sfumature. Il suo talento e la sua sensibilità incontrano il mio ultimo romanzo, Le Figlie delle Onde, dandone lettura di un estratto.
lunedì 29 marzo 2021
Le figlie delle onde di Valentina Madonna (i Quaderni del Bardo edizioni di Stefano Donno)
Durante i lavori di ristrutturazione di un antico palazzo nel centro storico della città vengono rinvenuti, nei sotterranei, i resti di una giovane donna sconosciuta. Il prezioso rosario che stringe tra le dita potrebbe forse rivelare la sua identità: l’iscrizione presente sulla medaglietta del monile rimanda all'Ancilla Domini, un collegio seicentesco poco distante, dal quale, in una notte d’estate del 1938, due studentesse, Miranda D’Amelio e Celeste Barsi, erano svanite nel nulla insieme a Guido Alatri, il loro affascinante maestro di musica di origini ebraiche. Partendo da quell’austera struttura religiosa, Anna, una pronipote di Celeste, riuscirà, tra colpi di scena e incredibili rivelazioni, a far luce sulle ragioni che costrinsero i tre a fuggire, facendo emergere dagli abissi del passato una verità scomoda e inquietante che rimanda agli anni del secondo conflitto mondiale. In una sorta di vorticosa caccia al tesoro, con una scrittura fluida ed elegante, l’autrice fa muovere i protagonisti del suo nuovo lavoro letterario tra i vecchi vicoli della città barocca e lungo le coste frastagliate dello Jonio, tra le cui onde, come ammalianti sirene, sembrano ondeggiare sinuosamente amori e torbide passioni, menzogne e segreti, enigmi e messaggi in codice.
Esce il libro VERSO...IL FUTURO! di Carlo Stasi (i Quaderni del Bardo Edizioni di Stefano Donno)
La casa editrice I Quaderni del Bardo Edizioni di Stefano Donno, è lieta di annunciare l’uscita dell’ultimo libro di Carlo Stasi, dal titolo “Verso … il Futuro”. Pur se nato nel cuore dell’Europa ed imbevuto di cultura europea, Carlo Stasi ha radici profondamente radicate nella sanguigna terra salentina. Ha sempre amato viaggiare, spinto da un’intensa passione conoscitiva e da una forte tensione creativa. Alla poesia ha affiancato la musica e la pittura intrecciando sonorità e motivi grafici nelle sue opere: una poesia “iconica”, “da vedere” per “leggere” e “riflettere”, dando “immagine alla parola” e “parola all’immaginazione”. Corredato da interventi critici di grandissimo rilievo e spessore, questo libro documenta e raccoglie 40 anni della produzione poetica visiva edita ed inedita di questo “artista della parola”. In questo libro si riesce a cogliere la poliedricità espressiva di Carlo Stasi, dove la parola e il segno sono soggetti ad un continuo lavorìo di separazione di segnali e contenuti che vanno oltre il Tempo e lo Spazio, perché divengono essi stessi Tempo e Spazio di una narrazione sui generis. Il visus (o la visione per mera esemplificazione) è la risultante di memorie associative in grado di classificare varie sfumature di sensibilità, tensione emotiva, pulsioni estetiche in categorie non predefinite, in grado di lasciare il lettore a se stesso, non nel senso di deriva e abbandono, ma di libertà immaginativa e di conseguenza espressiva in grado di concretizzare nuovi universi narrativi e poetici che rapiscono e ammaliano. VERSO...IL FUTURO! (pubblicazione corredata da un ricco apparato iconografico) di Carlo Stasi racconta di come l’autore vede, osserva e vive il mondo, il suo mondo, il nostro mondo attraverso il segno della parola e la parola del segno, raccontando di sensazioni, sentimenti unici e irripetibili che si fanno visioni che solleticano il cuore e lo spirito.
Prefazione di Lamberto Pignotti. Interventi di Augusto Ponzio, Giovanni Dotoli, Richard Demarco, Vincenzo Guarracino, Susan Petrilli, Luciano Ponzio, Emilio Filieri, Andrea D'Urso, Donato Di Poce, Alessandro Laporta, Giuliana Coppola, Stefano Donno, Paola Scialpi, Mauro Marino, Chiara Evangelista, Nicola Salvatore, Salvatore Luperto, Maurizio Nocera, Carmen De Stasio, Paolo Vincenti, Antonietta Fulvio, Raffaele Messinese, Francesco Pasca, Massimo Pasca, Mario De Marco.
Sito Autore
https://carlostasi.wordpress.
Info link libro
I Quaderni del Bardo Edizioni di Stefano Donno
https://
L'uomo nell'alto castello
Immaginate un mondo in cui i nazisti vincono la Seconda guerra mondiale. Gli Stati Uniti non esistono, divisi tra Germania e Giappone, come il resto del mondo, in perenne guerra fredda. La "Old Glory" sventola in cielo, al posto delle stelle una svastica, si chiama bandiera del Grande Reich Nazista d'America; sul Golden Gate il simbolo del Sol Levante, la bandiera degli Stati Giapponesi del Pacifico. Siamo nel 1962, tra San Francisco, New York e le Montagne Rocciose, dove si muovono i protagonisti: Juliana Crain e il fidanzato ebreo Frank Frink, la spia nazista Joe Blake e l'Obergruppenführer John Smith, il ministro del commercio Nobusuke Tagomi e il capo del Kempeitai ispettore Kido. Intrighi, inganni e atmosfere cupe, talvolta soffocanti. Ma c'è un mistero che spariglia le carte. Delle pellicole girano di mano in mano, mostrano filmati di un mondo parallelo assai diverso, senza nazismo, senza paura, senza dittatura. La resistenza non è morta. La speranza neppure ...
domenica 28 marzo 2021
Le figlie delle onde di Valentina Madonna (i Quaderni del Bardo edizioni di Stefano Donno)
Durante i lavori di ristrutturazione di un antico palazzo nel centro storico della città vengono rinvenuti, nei sotterranei, i resti di una giovane donna sconosciuta. Il prezioso rosario che stringe tra le dita potrebbe forse rivelare la sua identità: l’iscrizione presente sulla medaglietta del monile rimanda all'Ancilla Domini, un collegio seicentesco poco distante, dal quale, in una notte d’estate del 1938, due studentesse, Miranda D’Amelio e Celeste Barsi, erano svanite nel nulla insieme a Guido Alatri, il loro affascinante maestro di musica di origini ebraiche. Partendo da quell’austera struttura religiosa, Anna, una pronipote di Celeste, riuscirà, tra colpi di scena e incredibili rivelazioni, a far luce sulle ragioni che costrinsero i tre a fuggire, facendo emergere dagli abissi del passato una verità scomoda e inquietante che rimanda agli anni del secondo conflitto mondiale. In una sorta di vorticosa caccia al tesoro, con una scrittura fluida ed elegante, l’autrice fa muovere i protagonisti del suo nuovo lavoro letterario tra i vecchi vicoli della città barocca e lungo le coste frastagliate dello Jonio, tra le cui onde, come ammalianti sirene, sembrano ondeggiare sinuosamente amori e torbide passioni, menzogne e segreti, enigmi e messaggi in codice.
Ma quando vien lo sgelo ...
Ma quando vien lo sgelo
sabato 27 marzo 2021
Le figlie delle onde di Valentina Madonna (i Quaderni del Bardo edizioni di Stefano Donno)
Durante i lavori di ristrutturazione di un antico palazzo nel centro storico della città vengono rinvenuti, nei sotterranei, i resti di una giovane donna sconosciuta. Il prezioso rosario che stringe tra le dita potrebbe forse rivelare la sua identità: l’iscrizione presente sulla medaglietta del monile rimanda all'Ancilla Domini, un collegio seicentesco poco distante, dal quale, in una notte d’estate del 1938, due studentesse, Miranda D’Amelio e Celeste Barsi, erano svanite nel nulla insieme a Guido Alatri, il loro affascinante maestro di musica di origini ebraiche. Partendo da quell’austera struttura religiosa, Anna, una pronipote di Celeste, riuscirà, tra colpi di scena e incredibili rivelazioni, a far luce sulle ragioni che costrinsero i tre a fuggire, facendo emergere dagli abissi del passato una verità scomoda e inquietante che rimanda agli anni del secondo conflitto mondiale. In una sorta di vorticosa caccia al tesoro, con una scrittura fluida ed elegante, l’autrice fa muovere i protagonisti del suo nuovo lavoro letterario tra i vecchi vicoli della città barocca e lungo le coste frastagliate dello Jonio, tra le cui onde, come ammalianti sirene, sembrano ondeggiare sinuosamente amori e torbide passioni, menzogne e segreti, enigmi e messaggi in codice.
venerdì 26 marzo 2021
Le figlie delle onde di Valentina Madonna (i Quaderni del Bardo edizioni di Stefano Donno)
Durante i lavori di ristrutturazione di un antico palazzo nel centro storico della città vengono rinvenuti, nei sotterranei, i resti di una giovane donna sconosciuta. Il prezioso rosario che stringe tra le dita potrebbe forse rivelare la sua identità: l’iscrizione presente sulla medaglietta del monile rimanda all'Ancilla Domini, un collegio seicentesco poco distante, dal quale, in una notte d’estate del 1938, due studentesse, Miranda D’Amelio e Celeste Barsi, erano svanite nel nulla insieme a Guido Alatri, il loro affascinante maestro di musica di origini ebraiche. Partendo da quell’austera struttura religiosa, Anna, una pronipote di Celeste, riuscirà, tra colpi di scena e incredibili rivelazioni, a far luce sulle ragioni che costrinsero i tre a fuggire, facendo emergere dagli abissi del passato una verità scomoda e inquietante che rimanda agli anni del secondo conflitto mondiale. In una sorta di vorticosa caccia al tesoro, con una scrittura fluida ed elegante, l’autrice fa muovere i protagonisti del suo nuovo lavoro letterario tra i vecchi vicoli della città barocca e lungo le coste frastagliate dello Jonio, tra le cui onde, come ammalianti sirene, sembrano ondeggiare sinuosamente amori e torbide passioni, menzogne e segreti, enigmi e messaggi in codice.
I fiori sono fragili ....
I fiori sono fragili. Sono ingenui. Tentano di farsi coraggio così come possono. Si credono invincibili con le loro spine…
giovedì 25 marzo 2021
Manuale di sopravvivenza per persone straordinarie
La natura, la maestra di vita più grande è la guida più esperta di tutte per orientare la nostra anima alla ricerca della luce e della saggezza interiore. Attraverso la lettura di queste pagine ci è data la più poetica lezione tratta dal grande libro della natura: così come i bucaneve fioriscono al termine della stagione fredda, annunciando, timidi, l'avvento della primavera, sparse nel mondo "persone straordinarie", "piccole luci di saggezza e amore", fanno della loro diversità l'arma vincente portando un nuovo inizio laddove l'inverno fa soffrire il freddo ai cuori di tutti. Fabius Constable, autore del libro, musicista a livello internazionale, praticante della filosofia zen, ci parla attraverso la sua esperienza di apprendista (tra i suoi maestri un monaco giapponese e un filosofo ateniese), viaggiatore (vive tra l'Italia e il Giappone) e amante della vita: "Oggi più che mai l'umanità è pronta a sbocciare e ad accogliere i suoi fiori più belli", "Facciamo della diversità un diritto universale, una rivoluzione che parla la lingua della pace, della comprensione e della perseveranza". Lo scopo dell'autore è destare quella fiammetta, sopita, o maltrattata, attraverso parole dirette al cuore: racconti personali e consigli pratici che possano avvicinare il lettore alle profondità del proprio animo, ovvero "Al potere di vivere intensamente, di non arrendersi, di rendere noi stessi e ciò che ci sta intorno migliore, anche solo un poco".
Note sull'autore:
Compositore, artista e viaggiatore, Fabius Constable è conosciuto in tutto il mondo per i suoi concerti e le sue conferenze sul rapporto tra musica e crescita personale. Ha iniziato da adolescente a studiare la filosofia zen, di cui è esperto praticante. E' insegnante di arpa celtica e vive tra il Giappone e l'Italia.
mercoledì 24 marzo 2021
Le figlie delle onde di Valentina Madonna (i Quaderni del Bardo edizioni di Stefano Donno)
Durante i lavori di ristrutturazione di un antico palazzo nel centro storico della città vengono rinvenuti, nei sotterranei, i resti di una giovane donna sconosciuta. Il prezioso rosario che stringe tra le dita potrebbe forse rivelare la sua identità: l’iscrizione presente sulla medaglietta del monile rimanda all'Ancilla Domini, un collegio seicentesco poco distante, dal quale, in una notte d’estate del 1938, due studentesse, Miranda D’Amelio e Celeste Barsi, erano svanite nel nulla insieme a Guido Alatri, il loro affascinante maestro di musica di origini ebraiche. Partendo da quell’austera struttura religiosa, Anna, una pronipote di Celeste, riuscirà, tra colpi di scena e incredibili rivelazioni, a far luce sulle ragioni che costrinsero i tre a fuggire, facendo emergere dagli abissi del passato una verità scomoda e inquietante che rimanda agli anni del secondo conflitto mondiale. In una sorta di vorticosa caccia al tesoro, con una scrittura fluida ed elegante, l’autrice fa muovere i protagonisti del suo nuovo lavoro letterario tra i vecchi vicoli della città barocca e lungo le coste frastagliate dello Jonio, tra le cui onde, come ammalianti sirene, sembrano ondeggiare sinuosamente amori e torbide passioni, menzogne e segreti, enigmi e messaggi in codice.
Sananda Maitreya: «Supereranno la crisi solo i musicisti che non pensano ai soldi»
Tornato col doppio ‘Pandora's PlayHouse’, l'artista un tempo noto come Terence Trent D'Arby parla del disco, degli effetti della pandemia sull'arte, della politica americana. «Fanculo pace e serenità»
Sananda Maitreya
Foto: Manuel Scrima
Sananda Maitreya nel bel mezzo di una pandemia torna con un doppio album, Pandora’s PlayHouse, il suo dodicesimo in studio, quasi interamente scritto, prodotto, suonato e arrangiato da lui stesso. Un disco senza limiti di genere, che si richiama alla mitologia per inquadrare la sua particolare creatività. Un ritorno in grande stile per questo eretico dell’industria musicale che da tempo ha deciso di abbandonare “il sistema” per sentirsi libero di esprimersi come e quando vuole. E così è nata l’ennesima miscela inebriante di rock, psichedelia, soul e R&B, con la voce di Sananda come forza trainante.
Lo abbiamo intervistato subito dopo l’uscita del disco e il suo 59esimo compleanno. Fra le tante cose che ci ha confessato, ce n’è una molto intima: «Come vorrei morire? Con mia moglie seduta sulla mia faccia mentre ascolto il Messiah di Händel».
Pandora’s PlayHouse è
un doppio. Come mai hai sentito l’esigenza di pubblicare un disco così
corposo nel bel mezzo di una pandemia e con tutti i problemi che ne
conseguono?
È l’arte stessa a spingermi a esprimermi ed
effettivamente sembra adattarsi alla situazione visto che riflette il
periodo nel quale vivo di volta in volta. La vita e l’arte si imitano a
vicenda, la prima guida la danza e l’altra la segue.
Delle 28 canzoni, quante sono nate durante il primo lockdown?
Ogni
progetto è un misto fra canzoni già pronte e nate al momento. Prima
dell’inizio delle registrazioni pensavo sarebbe stato un album solo.
Probabilmente a metà strada il processo si è esteso a causa della
pandemia. È stato utile a mantenere la mente occupata su attività
positive, per cui il numero di canzoni è cresciuto. Sono stato molto
fortunato ad avere una missione, qualcosa da completare. I momenti di
crisi fanno emergere un sacco di emozioni e per un artista possono
essere molto positivi da sfruttare, visto che non si possono ricreare
così facilmente a piacere.
L’album
prende spunto dalla mitologia, in particolare dal mito di Pandora che
riaprendo il vaso ridà speranza al mondo. Pensi che la speranza di un
mondo migliore oggi sia in mano alle donne?
La speranza per un
mondo migliore è collettiva, come società. La si può realizzare tutti
insieme, non da soli in modo egoistico. Non ha senso lasciare fuori
dalle posizioni di potere le donne, quando potrebbero essere di grande
aiuto portando più equilibrio. Le società che tengono fuori le donne si
auto-imbrogliano credendo sia possibile farlo. Mi auguro che le donne
possano sempre più condividere il potere in modo equo, in questo modo ci
libererebbero da una parte di fardello che ci ha reso dei “martiri” e
ha limitato il nostro sviluppo.
Hai seguito i movimenti che sono nati in questi anni, dal Me Too a Black Lives Matter?
Li
seguo quando catturano la mia attenzione e faccio attenzione a come
cercano di tenermi in allerta. Tutti i movimenti sono degni in ciò che
chiedono, ma per costituzione sono uno che preferisce l’idea di
auto-liberazione, magari accompagnata alla soddisfazione per
l’autoindulgenza necessaria alla mia psiche. L’interesse personale
bilanciato con il bene comune mi sembra la forma di governo più onesta.
Sono tutti movimenti nati in America, un Paese che descrivi in modo piuttosto duro nel brano che si intitola, appunto, In America. Come mai, nonostante questi continui movimenti, certe cose non sembrano cambiare?
Più
che descriverla duramente, ne ho fatto un ritratto di ciò che appare
nelle notizie della stampa. Infatti, queste notizie sono spesso mirate a
mantenere il livello d’attenzione alto in modo esagerato. Il filosofo
Jiddu Krishnamurti ci ricorda che “dove va l’attenzione, è lì che
fluttua l’energia”. Per cui la nostra attenzione ha un grandissimo
valore per l’industria dei media. C’è chi dice che “più le cose cambiano
più rimangono le stesse” e quindi la ripetizione diventa una prigione
della distrazione. In questo modo impediamo il progresso oltre al punto
di utilità per i nostri maestri. Siccome non possiamo cambiare, non si
potrà cambiare.
Che effetto ti ha fatto l’assalto al Congresso americano da parte dei sostenitori di Trump?
Fu
il grandissimo maestro Malcolm X che parlò dell’idea dei “polli che
tornano a casa nel pollaio”. Visto che l’America supporta molti colpi di
stato nel mondo, era solo questione di tempo prima che questa energia
le tornasse indietro. Non è un mio giudizio, è la realtà dei fatti.
Dimostra anche vividamente come la differenza tra la civiltà e la morte
della speranza sta nello spazio che si trova tra il buon senso e quanto
siamo disperati affinché le sue leggi vengano ripristinate. Continuiamo a
seguire i leader che continuano a guidarci in circoli viziosi.
Con Biden credi che possa tornare un po’ il sereno nella società americana?
L’America
è troppo grande e per molti versi ingestibile per come è attualmente
configurata per essere un luogo in cui regnano pace e serenità. Ma,
indovina un po’: fuck peace and serenity! Suonano bene sulla
carta, ma nella realtà sono noiose. Facciamo un sacco di cose quando
siamo in stato di agitazione e c’è un motivo per cui le persone giovani e
irrequiete scappano da pace e serenità, perché la nostra ambizione è
costantemente alimentata da rabbia e ricerca di soddisfazione. Non
voglio dire di arrendersi alla nostra rabbia, ma di vedere quale
vantaggio trarne. In questo momento è meglio mantenere il focus
sull’attenzione. Ci sarà tempo per la pace quando il lavoro sarà finito.
E solo il tempo che abbiamo guadagnato potrà invogliare la serenità a
raggiungerci all’ora stabilita.
In Time Is On My Side dei Rolling Stones collabori con Irene Grandi. Perché hai scelto proprio lei?
La
domanda dovrebbe essere: perché lei ha scelto me? Ci siamo conosciuti e
abbiamo parlato di collaborare quando il momento si sarebbe presentato e
così quando è arrivato abbiamo registrato questa canzone. Time Is On My Side serve
a onorare i molti anni che io e lei abbiamo dedicato al sacrificio per
la nostra carriera e alla nostra definizione di arte. Inoltre, sarebbe
inutile sottolineare che sono sempre stato un grande fan dei Rolling
Stones.
In Pandora’s Plight invece è presente Antonio Faraò. Come ha arricchito questo brano?
Io
e il maestro Antonio Faraò avevamo realizzato delle cover di Duke
Ellington insieme e quando abbiamo finito di realizzare questo mio
desiderio, gli ho proposto di registrare anche Pandora’s Plight.
Il testo è nato come poesia, poi ho chiesto ad Antonio di armonizzarlo
in una take. Lui arricchisce qualsiasi cosa solo avvicinandosi ad essa. È
un grande e rispettato maestro nel suo mestiere ed è stato un piacere
lavorare con lui e sincronizzare i nostri spiriti.
Il
tuo rapporto con l’Italia è ormai ventennale. Ti lancio una
provocazione: quale canzone ti piacerebbe cantare in italiano e con chi?
Se
l’opportunità fosse abbastanza allettante, mi piacerebbe cantare in
italiano. A un uomo è stato chiesto di fare cose peggiori di questa. Per
quanto riguarda altri artisti, ho diverse idee che potrebbero
coinvolgere alcuni di loro, non solo uno. Quando la chimica è giusta e
il rispetto è reciproco, le collaborazioni possono essere esperienze
appaganti e desiderabili. Nel frattempo, la buona notizia è che
fortunatamente non sento una pressione schiacciante per contribuire a
una lingua come l’italiano che finora è andata abbastanza bene senza una
mia canzone o che ne abbia abusato in alcun modo. Forse servo il mondo
in modo migliore e meno imbarazzante nella mia lingua madre.
In passato hai fatto parte dell’industria musicale. Dopo tanto tempo che te ne sei distaccato, in che stato di salute la vedi?
Lo
stato di salute attuale dell’industria musicale riflette lo stato in
cui si trovano le nostre società. E mentre il business potrebbe essere
in qualche modo in stasi, l’arte non è mai stata tanto disponibile. Ora
potrebbe essere forse il momento migliore per essere un artista. La
crisi, come sempre, garantisce che a continuare sono solo coloro per i
quali questa arte conta davvero. Mi riferisco a quelli per i quali il
denaro è accidentale e non il punto di partenza.
Recentemente
l’attenzione dell’Italia musicale è stata catalizzata da Sanremo. Per
caso l’hai seguito e hai ascoltato qualcosa di interessante?
Mia
moglie è molto orgogliosa della grande tradizione italiana di Sanremo e
trova sempre il tempo di guardarlo. Io, invece, per natura tendo a
stare lontano da queste cose, non importa quanto rispetto posso avere
per il loro valore. Come tutti gli artisti, apprezzo l’attenzione per il
mio lavoro, ma non ho mai vuto grande interesse per i premi, né sono
molto competitivo. La grande soddisfazione sta nell’essere liberi di
praticare il proprio mestiere per quanto ti ispira e non per come ti è
richiesto da altri. Preferisco sempre seguire la mia Musa e non mettermi
nei panni di qualcun altro.
Hanno vinto i Måneskin, una giovane band rock. Non si diceva che il rock era morto?
Ogni
cosa è morta quando viene ignorata. D’altronde, perché dovrebbe
animarsi mentre guardiamo dall’altra parte? È come una pianta, quando a
un certo punto gli dai l’acqua della nostra attenzione magicamente torna
in vita. Niente muore, le cose dormono soltanto. La nostra attenzione è
ciò che dà vita alle cose, motivo per cui la nostra attenzione è così
preziosa per lo Stato e le imprese.
Foto: Manuel Scrima
In
Italia da anni spopola la musica trap, ma per te non deve essere niente
di nuovo visto che è un genere nato in America negli anni ‘90. Ti
piacerebbe collaborare con qualche giovane trapper?
Per me non
è mai una questione di genere, ma della scintilla della creatività e
della volontà di lavorare insieme. In questo modo è semplice generare
una vibrazione e organizzarla. Ragionare per generi è come prendere una
sensazione e metterla in cornice, finché questo non ti fa sentire trapped (“intrappolato”, un gioco di parole inglese, nda).
Intanto,
oltre al disco hai lanciato anche una trasmissione radiofonica nella
quale fai ascoltare e commenti i brani che hanno ispirato il tuo
percorso. Se dovessi sceglierne solo tre, quali sarebbero?
Il primo, Superstition di
Stevie Wonder. Ricordo che avevo 10 anni nel 1972 e alcuni miei cugini
mi raccontarono con entusiasmo di questo cantante cieco che aveva creato
una musica magica. Mi hanno portato a casa loro ad ascoltare il disco e
mi ha immediatamente trasportato nel futuro dove esisto adesso. Poi A Hard Day’s Night dei
Beatles, perché la loro musica mi ha dato la vita. Mi ha svegliato e mi
ha chiamato all’attenzione su chi io fossi veramente. Quella canzone è
tra i più grandi esempi del loro English rhythm & blues, un qualcosa di nuovo e senza tempo. Infine, Jumpin’ Jack Flash dei
Rolling Stones, visto che sono i miei grandi eroi e questa è una
canzone che per me definisce l’essenza di chi sono e cosa hanno
significato. È come un mojo (nella magia popolare del hoodoo, un amuleto magico, nda). Non a caso, i testi sono degni di confronto con il meglio del grande maestro blues Robert Johnson.
Il 15 marzo, in concomitanza con l’uscita dell’album, hai compiuto 59 anni. Qual è il tuo rapporto con il trascorrere del tempo?
Fanculo
il tempo e fanculo il suo passaggio! In verità, sono un po’ stupito di
essere sopravvissuto così a lungo. Avrei pensato che “quei bastardi” mi
avrebbero preso molto prima!
Cosa ti ha insegnato questa pandemia finora?
Se
questa crisi non riesce ad attirare la nostra attenzione, allora siamo
più morti di quanto pensiamo. La pandemia mi ha permesso di concentrarmi
su come trascorro il tempo e sul valore che ha. E ha dimostrato a tutti
quanti cosa succede quando insistiamo a piegare il mondo alla nostra
volontà. E ancora, quanto possiamo dare per scontato i nostri cari
quando ci dimentichiamo che la vita è come il vapore: un minuto c’è, il
minuto dopo è evaporato. Niente è garantito tranne l’amore, che dura per
sempre, quindi torniamo ancora una volta a vedere coloro che amiamo con
occhi più freschi e più pazienti. Ma devo ammettere anche che questa
pandemia mi ha reso un po’ più grasso.
Qual è la prima immagine che ti viene in mente di quando eri bambino?
Il mio primo ricordo d’infanzia è l’ascolto dei Beatles alla radio nel 1964 quando hanno trasmesso She Loves You e I Wanna Hold Your Hand.
Un altro ricordo importante è di quando mia madre mi ha portato in
città per comprarmi una canna da pesca e un set di pesci di plastica, ma
ancora più importante un set completo di carte di Batman. Lui è stato
il mio altro grande eroe dopo i Beatles. Sono ancora oggi un suo fan. E
finora, né i Beatles né Batman mi hanno mai deluso!
Se potessi deciderlo, come vorresti morire?
Non
mi piacerebbe, ma lo accetterò come condizione del mio “rilascio” verso
un’altra dimensione. Detto questo, vorrei morire con la mia
straordinaria moglie seduta sulla faccia mentre ascolto il Messiah di Händel. Ma siamo onesti, la morte in fondo è una gran rottura di palle. Hallelujah!
Chi non ha mai posseduto un cane, non sa cosa significhi essere amato. Arthur Schopenhauer
Chi non ha mai posseduto un cane, non sa cosa significhi essere amato.
La fata verde ...
La fée verte, la fata verde, o ancora Le péril ver, il pericolo verde, per le sue proprietà alquanto particolari L’Assenzio è una bevanda decisamente sopra le righe, tanto che perfino Oscar Wilde ci dedicò un verso: “Un bicchiere d’assenzio… non c’è niente di più poetico al mondo. Che differenza c’è tra un bicchiere d’assenzio e un tramonto?".
martedì 23 marzo 2021
Le figlie delle onde di Valentina Madonna (i Quaderni del Bardo edizioni di Stefano Donno)
Durante i lavori di ristrutturazione di un antico palazzo nel centro storico della città vengono rinvenuti, nei sotterranei, i resti di una giovane donna sconosciuta. Il prezioso rosario che stringe tra le dita potrebbe forse rivelare la sua identità: l’iscrizione presente sulla medaglietta del monile rimanda all'Ancilla Domini, un collegio seicentesco poco distante, dal quale, in una notte d’estate del 1938, due studentesse, Miranda D’Amelio e Celeste Barsi, erano svanite nel nulla insieme a Guido Alatri, il loro affascinante maestro di musica di origini ebraiche. Partendo da quell’austera struttura religiosa, Anna, una pronipote di Celeste, riuscirà, tra colpi di scena e incredibili rivelazioni, a far luce sulle ragioni che costrinsero i tre a fuggire, facendo emergere dagli abissi del passato una verità scomoda e inquietante che rimanda agli anni del secondo conflitto mondiale. In una sorta di vorticosa caccia al tesoro, con una scrittura fluida ed elegante, l’autrice fa muovere i protagonisti del suo nuovo lavoro letterario tra i vecchi vicoli della città barocca e lungo le coste frastagliate dello Jonio, tra le cui onde, come ammalianti sirene, sembrano ondeggiare sinuosamente amori e torbide passioni, menzogne e segreti, enigmi e messaggi in codice.
recensione al mio romanzo a cura di Antonio Gelormini
Un sentito ringraziamento ad Antonio Antonio V. Gelormini e a pagina 65 per questa interessantissima iniziativa che, in questo caso, riguar...
-
La vita di Ava Collette, scrittrice di libri di cucina, è stata sconvolta da un'indicibile tragedia. Per ritro...
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Qualunque cosa succeda, resta viva. Non morire prima di essere morta davvero. Non perdere te stessa, non perdere la speranza, no...
-
Un sentito ringraziamento ad Antonio Antonio V. Gelormini e a pagina 65 per questa interessantissima iniziativa che, in questo caso, riguar...