Figlia di un ufficiale napoleonico, Giulia Grisi nacque in una famiglia di solide tradizioni musicali: la sua zia materna Giuseppina Grassini (1773–1850) era stata un'applaudita cantante, così come sua madre e sua sorella maggiore, Giuditta, che sarebbe stata il primo Romeo ne I Capuleti e i Montecchi di Bellini, mentre sua cugina Carlotta fu una famosa ballerina e la prima interprete di Giselle.
Anche Giulia venne educata alla musica, e fece il suo debutto nel
ruolo di Emma nella Zelmira di Gioachino Rossini a Bologna nel 1828. Sia
Rossini sia Bellini ebbero modo di notarla e di apprezzare le sue doti,
e a Milano Giulia fu la prima Adalgisa nella Norma di Bellini, al
fianco di Giuditta Pasta nel ruolo della protagonista. La Grisi cantò
quindi a Parigi nel 1832 nella Semiramide di Rossini, con grande
successo; nel 1834 fece il suo debutto a Londra nel ruolo di Ninetta ne
La gazza ladra, quindi, di nuovo a Parigi, nel 1835 fu la prima Elvira
ne I puritani di Bellini e la prima Elena ne Marin Faliero di Donizetti
al Théâtre-Italien. Nel 1842 Donizetti scrisse le parti di Norina ed
Ernesto nel Don Pasquale appositamente per la Grisi e il tenore Giovanni
Matteo De Candia, noto anche con il nome d'arte di Mario, che era
divenuto il compagno della cantante.
Voce da soprano drammatico, mantenne la sua posizione di primo piano
nei teatri europei per trent'anni, cantando al fianco di artisti quali
Luigi Lablache, Giovanni Battista Rubini, Antonio Tamburini e lo stesso
Mario. Nel 1854 assieme a quest'ultimo andò in tournée negli Stati
Uniti.
Aveva sposato nel 1836 il visconte Gérard de Melcy, che si era poi
rifiutato di concederle il divorzio, facendosi pagare per tutta la vita
di lei una cospicua provvigione. La separazione avvenne però quasi
subito e la Grisi si legò a Lord Castrlereigh jr. dal quale ebbe un
figlio, che il Lord riconobbe ed avviò alla carriera militare. Nel 1840 o
nel 1841, cessata la relazione con Castlereigh, si unì a Mario, di cui,
pur non potendolo sposare, fu la compagna per tutta la vita. Ebbe da
lui sei figlie femmine (tre morte bambine). Mario proveniva da una
nobile famiglia, e la coppia si spostava tra Parigi, Londra,
Pietroburgo. Pur mantenendo casa a Parigi, i due stettero anche nella
principesca Villa Salviati a Fiesole, che Mario acquistò nel 1852 da un
Arthur Vansittart per 11.211 sterline, cambiate in 50.450 "Leopoldoni" o
"francesconi" toscani.
Durante un viaggio in treno verso San Pietroburgo, la Grisi e Mario
rimasero coinvolti in un incidente presso Berlino. Raggiunsero Berlino a
piedi. Qui la Grisi, per lo spavento ed il freddo di quell'avventura si
ammalò e circa un mese dopo, mentre Mario era a Pietroburgo, morì. La
salma fu fatta portare dal compagno a Parigi e fu sepolta nel cimitero
del Père-Lachaise.
Una delle figlie della Grisi e di Mario, Cecilia Maria de Candia, fu
biografa del padre, ancorché piuttosto fantasiosa, nella misura in cui
si basa su racconti del genitore.
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