Non siamo solamente figli del tempo attuale, ma anche percorsi da un'intima stagionalità dell'esistenza che influenza l'approccio a ciò che ci circonda. Instauriamo, ma con decrescente convinzione, un rapporto dialettico con l'immanenza, che costituisce la premessa qualitativa di un domani che non si è sperimentato e che tocca conoscere per la prima volta, così come il passato lo è stato del presente. È tale vertigine che deforma il mondo e lo rende ellittico secondo i nostri schemi mentali, fortemente plasmati da convenzioni sociali a cui aderiamo stancamente, illudendoci che per spezzare le gabbie di tanta costrizione "libertà" significhi in ultima istanza assumere comportamenti improntati a uno sterile narcisismo edonistico, che è invece sintomatico delle angosce che annichiliscono l'amore, unica ancora di salvezza.
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