Nel 1887, Emile Berliner brevettò negli Stati Uniti una variante del fonografo chiamata "grammofono" (in inglese gramophone).[4] A differenza del fonografo di Edison, il grammofono leggeva le incisioni presenti su un disco (detto disco fonografico) e non sulla superficie laterale di un cilindro.
La prima versione del grammofono si ebbe nel 1877, sotto il nome di
‘fonografo’, di fatto circa 30 anni dopo l’invenzione del telegrafo
Edison ideò un ripetitore telegrafico che era in grado di incidere le
linee e i punti del codice morse direttamente su un disco, definendo
graficamente, per mezzo di una punta, una traccia a spirale, in modo che
il suono potesse essere riascoltato più volte senza alcun intervento
esterno.
Il 17 luglio di quell’anno Edison si accorse che la puntina scorrendo
sul disco ad una velocità piuttosto elevata era in grado di riprodurre
dei suoni che ricordavano la voce umana, fu per questo che l’inventore
decise di cercare un sistema per poter registrare la voce, fu così che
il 21 novembre annunciò la sua invenzione e pochi giorni doIpo ne diede
dimostrazione ai suoi collaboratori.Nel 1878, e più precisamente il 18
febbraio, Edison ottenne il brevetto del suo fonografo e insieme ad
altri soci diede vita alla ‘Edison Speaking Phonograph Company’, con lo
scopo di vendere il fonografo non direttamente ai clienti privati, bensì
a di proporlo in fiere e luna park, facendolo funzionare con
l’inserimento di un gettone, questo avrebbe incuriosito la gente e
avrebbe reso famosa la sua invenzione, e così fu.
Un piccolo aneddoto narra di come Edison ebbe questa idea,
ispirandosi cioè a un passaggio tratto da Cyrano de Bergerac, che
descrive un prodigioso libro parlante senza lettere e caratteri:
All’apertura della scatola, trovai dentro un non-so- che di
metallico, quasi in tutto simile ai nostri orologi, pieno di un numero
infinito di piccole molle e congegni impercettibili.
Effettivamente è un libro, ma un libro prodigioso che non ha né
fogli né caratteri. Insomma è un libro dove, per leggere, gli occhi non
servono, ma si ha bisogno solo degli orecchi. Quando qualcuno dunque
desidera leggere, carica, con una gran quantità di ogni specie di
chiavi, quella macchina, […]
(Cyrano de Bergerac, L’altro mondo, ovvero stati e imperi della Luna).
.
La prima cosa che Edison registrò come prova fu una nota filastrocca
infantile, chiamata ‘Mary aveva un agnellino’. Questo risultato
convinse amici e collaboratori a credere nello strumento creato
dall’artista.
Inizialmente i dischi erano fabbricati utilizzando vetro ricoperto
di vernice o inchiostro grasso, sostituito successivamente da metalli
come lo zinco. Con il tempo si produssero anche dischi in ebanite e in
gommalacca, materiale ancor più durevole che aveva una maggiore
resistenza all’usura, per infine approdare ai moderni dischi realizzati
in vinile (PVC
Un’altra peculiarità del grammofono è rappresentata dalla campagna
promozionale attuata per la vendita del prodotto: si trattava di una
delle prime volte che un prodotto beneficiasse di un marchio
commerciale. Il primo marchio al quale fu associato fu la casa
discografica Gramophone, che acquistò a scopo pubblicitario un famoso
dipinto del pittore inglese Francis Barraud, noto come “La Voce del
Padrone” (tradotto dall’inglese “His Master Voice”).
Il quadro, che rappresenta un cagnolino Jack Russell Terrier bianco
ascoltare musica da un grammofono, divenne il logo dell’importante casa
discografica britannica. Tale logo assunse talmente tanta fama che
l’azienda Gramophone veniva ormai da tutti chiamata “La Voce del
Padrone”. La Gramophone si fuse in seguito con la Columbia Records,
dando vita alla Electrical and Musical Industries (EMI), che ancora oggi
mantiene il simbolo della casa madre.
I primi dischi furono venduti nel 1889 in Europa, erano
caratterizzati da un diametro di 12,5 centimetri. Nel 1908 l’inventore
tedesco fondò la Beliner Gram-O-Phone Company a Montreal in Canada (per
molte persone è considerata la prima etichetta discografica della storia
Nessun commento:
Posta un commento